Mat Fraser anatomia di un Campione
Buongiorno a tutti, sono Luca Squadroni, Fisioterapista, specializzato nella manipolazione fasciale, metodo Stecco.
La mia passione per lo sport mi ha portato con il tempo a conoscere il CrossFit® ed ogni mese (o magari di più se riuscirò’), cercherò di togliervi qualche dubbio su cio’ che può affliggere un CrossFitter durante i suoi amati WOD.
Voglio farlo cercando di non annoiarvi con miliardi di nozioni ortopediche, dandovi delle skill di base per iniziare ad essere medici di voi stessi.
Qui ero a Dubai, a dicembre 2016 e penso che riconosciate tutti quello che era sotto le mie mani.
Vi posso confidare un segreto su Mat Fraser : a livello miofasciale non è cio’ che ci si può aspettare da atleta di quel livello, anzi, è più “facilmente trattabile” della maggior parte dei CrossFitter che ho avuto l’occasione di ricevere in studio.
Il suo corpo esprime un connubio perfetto tra potenza e scarso tensionamento fasciale, cosa non facile da trovare in atleti di quel livello, che gli conferisce una bassa incidenza di infortuni ed in contemporanea un’elevata capacità di sfruttare al meglio ogni fibra muscolare del suo corpo.
Vederlo Woddare ad un metro è stato bellissimo, riesci a capire quanto la vera forza di un atleta stia nella capacità di saper reclutare alla perfezione tutte le fibre muscolari e non solo nella loro quantità o nel loro tono basale.
Qui sono nel mio studio ed al mio fianco c’è un paziente e grande amico che sicuramente non necessita di troppe presentazioni: Andrea Barbotti.
Seguo Barbo ormai da due anni ed ogni volta che ha un bilanciere in mano continuo a stupirmi. Ha con un bagaglio tecnico impressionante, un esempio di perfetta coordinazione, pulizia dei gesti ed intelligenza motoria.
Queste doti sono si frutto di madre natura ma nel contempo anche il risultato di tanti sacrifici ed ore di lavoro, che permettono alla vostra fascia di essere sempre più “educata” e quindi i movimenti che allenerete saranno sempre più automatizzati.
Dovete sapere infatti che il vostro corpo ha una memoria, fatta di percorsi direzionali (posti appunto lungo il vostro tessuto fasciale) che con il tempo si affinano e vi portano ad eseguire movimenti sempre più complessi con maggiore facilità ed efficienza (ecco perché Federer, pur non avendo il braccio di Migliorini, spara quelle sassate 😅)
Un grande esempio di apprendimento dei gesti è l’evoluzione motoria del neonato, che da movimenti limitati e poco armonici, quasi robotici, piano piano affina un’abilità motoria multidirezionale, conferita appunto dalla formazione di un tessuto fasciale più complesso.
Bene ragazzi, nel prossimo articolo inizieremo a fare sul serio, parleremo più a fondo della fascia e di quanto essa sia importante nella percezione dei vostri dolori, quindi ci sarà da divertirsi. 💪🏻
Buona settimana e buon WOD a tutti!