Il post sul blog dell’Italian Showdown a firma del direttore dell’evento, non è rimasto inosservato ed ha generato inevitabilmente, l’ennesimo strascico di sterili polemiche social, inasprite sicuramente anche dalla situazione finanziaria generata dall’emergenza pandemica. Tra pro e contro la discussione non sembra abbia trovato punti d’incontro, causata forse anche dall’attuale esasperazione dei box owner e dal taglio dell’articolo.
Che sul CrossFit qualcuno a livello federativo volesse metterci le mani è cosa risaputa da tempo. Mancava però il cavallo di troia, l’ariete per sfondare le porte dei box non affiliati ancora ad alcuna federazione.
L’avvento del Covid e l’impossibilità di allenarsi ha servito l’occasione a tali federazioni su un piatto d’argento, il tutto favorito da una normativa federativa di libera interpretazione.
La possibilità di tornare ad allenarsi, diventando atleta che partecipa a gare di interesse nazionale ha spronato diversi di frequentatori di box affiliati ad iscriversi ad una federazione piuttosto che ad un altra.
Permettendo cosi due cose :
1) Per gli atleti tornare ad allenarsi.
2) Per gli owner tornare a lavorare.
Anche se “tornare a lavorare” è una parola grossa visto che la situazione attuale non permette neanche ai tesserati agonisti di riunirsi in mega classi a mo di pre pandemia.
Cosa c’è di sbagliato in questo? Nulla, giuridicamente…
Possiamo considerare tali federazioni, al pari di vere e proprie imprese anche se tra gli scopi ufficiali troviamo la valorizzazione delle discipline sportive. Portare a casa nuovi iscritti e nuovi affiliati è la parte vitale del core business aziendale, su questo non vi è dubbio e vista l’occasione sicuramente tali federazioni non sono state a guardare.
Il bacino di utenza del CrossFit non è enorme, ma comunque circa 600 box con una media a ribasso di 50 utenti rappresentano un piccolo tesoretto da non sottovalutare. Parliamo di circa 30.000 potenziali iscritti.
La creazione di due nuovi pseudo campionati italiani di fitness ha destabilizzato ulteriormente l’ambiente, anche in questo caso la guerra tra fazioni ha preso il sopravvento sullo sport e sul suo scopo principiale della disciplina sportiva che è il miglioramento del benessere psicofisico.
Il post scritto da Carlo sul blog dell’Italian ShowDown ha espresso una chiara posizione su tali pratiche, bollandole come non corrette, generando di conseguenza il caos social a cui tutti abbiamo assistito.
Il messaggio espresso è giusto o sbagliato?
Bella domanda. Se dovessi rispondervi direi che eticamente è ineccepibile, ciò che però a reso la situazione esplosiva ed ha travisato il testo ed il messaggio del post è racchiuso in queste poche considerazioni personali :
1) Il momento storico attuale di forte incertezza ha dato a questo escamotage (assolutamente legale vista la normativa vigente) delle iscrizioni come atleti partecipanti ad eventi di interesse nazionale un potere enorme e lo ha fatto diventare l’unica soluzione a breve termine per tornare a vivere un attimo di normalità, sia per chi si allena che per chi possiede un box ed attaccarla significa in modo intrinseco attaccare coloro che la hanno adottata.
2) Il tagli dell’articolo che è proprio dello stile di Carlo, ha reso la cosa ancora più ostica da metabolizzare. Attaccare una platea cosi ampia ha per forza di cose generato una risposta vigorosa, sanguigna e al tempo in qualche caso stizzita.
3) Tempismo, il rilascio di un’articolo del genere in questo momento in cui si sono delineati gli equilibri dei sopracitati campionati, ha lasciato spazio a diverse interpretazioni e speculazioni facendo sembrare un articolo creato con l’intento di aprire un dibattito e far ragionare, un post a matrice difensiva che ha come intento quello di screditare l’operato di altri per difendere il proprio orticello.
Occasione persa? Non credo
Come abbiamo già scritto in un articolo precedente, pensiamo che sia assolutamente fuori luogo e inutile pensare che il far parte o meno di un circuito di gare possa impattare sul rendimento della propria manifestazione e che un articolo per quanto possa essere criticato o meno porta sempre alla fine ad un confronto forzato ma utile.
Riguardo l’importanza di essere o meno parte di un campionato mi piace ricordare a tutti me compreso che :
Se la tua gara faceva schifo prima, non sarà l’inclusione in uno pseudo campionato a farla diventare oro che luccica, allo stesso modo se la tua gara era tra quelle top in Italia, decidere di non prendere parte come tappa di tale circuito non danneggerà il tuo evento in alcun modo.
Ecco questo è un messaggio che tutti gli organizzatori di eventi dovrebbero tenere bene a mente, per evitare di fare passi falsi e contribuire all’esasperazione della situazione in cui versiamo.
Tutto aiuta, anche la polemica. La pandemia finirà prima o poi, e quello che resterà di tutto questo schifo sarà solo un brutto ricordo. Quello che non scomparirà sarà la voglia di allenarsi, partecipare alle gare, divertirsi e stare insieme.
E’ giusto iscriversi come agonista?
Se mi aveste fatto questa domanda un’anno fà vi avrei risposto ovviamente no, e penso che anche voi non vi sareste neanche minimamente posti il problema di farlo.
Ma viviamo un momento storico che ci sta mettendo alla prova come nessuno mai prima d’ora e se la legge anche se interpretata, permette agli Owner di portare a casa un pò di soldi per sopperire alla chiusura a cui sono sottoposti e se tale pratica è l’unica alternativa alla chiusura definitiva allora dico ben venga.
L’etica dello sport non c’entra in questo caso, nessuno vuole diventare atleta d’elite per scriverlo in bio, qui parliamo di sopravvivenza, di centinaia di box che sono in bilico tra il sopravvivere ed il chiudere e se al momento questa è l’unica soluzione amen, intanto resisto (nel rispetto delle regole e delle leggi) poi vedrò il da farsi.
Basta divisioni
La situazione diventa sempre più esplosiva ogni giorno che passa e non accenna a migliorare. I box di CrossFit non apriranno prima di marzo e ci aspettano altri 3 mesi di passione. Mai come in questo momento c’è bisogno di cooperazione, di mantenere un clima disteso per quanto possibile con gesti concreti di solidarietà.
Siamo una comunità forte, fatta da migliaia di CrossFitters che hanno trovato in questo metodo di allenamento un vero è proprio nuovo percorso di rinascita. Aiutateci a migliorare e proteggere questo sogno in ogni modo. Se potete evitate di rispondere alle provocazioni, non innescatene di nuove e cerchiamo insieme di restare coesi, solo cosi potremmo uscirne più forti e consapevoli.
#UNITISIAMOPIUFORTI