Vi sarà capitato sicuramente di vedere al box qualcuno che, nonostante ore ed ore di mobilIty, faccia una fatica immane nell’eseguire dei buoni OHS e Squat Snatch.
Spesso lo vediamo sbilanciarsi in avanti e fare una gran fatica a percorrere la midline, perdendo quindi di frequente il controllo del bilanciere, all’aumentare soprattutto dei gradi articolari dello squat.
In questi soggetti notiamo tendenzialmente i seguenti stratagemmi per poter eseguire dignitosamente il movimento:
- Aumento della distanza dei piedi con la tendenza alla loro extrarotazione, per facilitare la flessione dell’anca.
- Aumento della distanza tra le mani sul bilanciere, per ovviare ad una scarsa mobilità della spalla.
- Aumento del lavoro muscolare posteriore del tronco e delle scapole per evitare di sbilanciarsi troppo in avanti e mantenere meglio il bilanciere in overhead.
Spesso notiamo inoltre che il loro corpo, armonioso in tanti altri gesti, sia come scoordinato ed impacciato, come se fosse dissestato da qualche forza invisibile.
Personalmente ritengo gli ohs e lo squat snatch gli esercizi più impegnativi a livello di core stability e di mobilità, sia degli arti superiori che inferiori.
Questo perché, per eseguire un gesto efficiente, il tronco deve essere libero da tensioni, dato che si trova in mezzo all’arto inferiore che si flette ed a quello superiore che si estende nello stesso momento.
Capite bene che pertanto è molto stressato, praticamente è tirato in due direzioni differenti contemporaneamente!
Eseguire pertanto questi esercizi, usando i compensi sopraelencati e percependo magari anche delle “sensazioni strane”, è perciò un campanello d’allarme per il nostro benessere muscolare ed articolare ed è altresì poco efficiente da un punto di vista biomeccanico.
Quindi in soldoni si potrebbero creare dei problemi a spalle, zona retrotoracica, zona lombare, bacino (citondo solo i siti patologici più comuni) e si potrebbero creare delle difficoltà ad alzare i vostri massimali con la stessa facilità rispetto a esercizi più semplici da un punto di vista di coordinazione motoria.
A volte mi è capitato infatti di trattare atleti per dei dolori fasciali e notavamo che, passata la disfunzione (quindi anche il dolore), si “sbloccavano” anche con un carico che faceva fatica a salire da anni.
Mi accade spesso di sentire: “beh ho un ottimo shoulder press e ed un buon front e back squat ma non so perché vado in difficoltà con “pochi kg” di ohs o squat snacht….perchè?!?”
Qui ragazzi si apre un mondo e sottolineo che solo un bravo specialista può far luce sul motivo effettivo, ma facciamo comunque degli esempi per rendervi meglio l’idea.
Vi presento la cartella clinica di quattro pazienti ipotetici A, B, C e D che potrebbero avere dei problemi nell’ohs e nello squat Snatch:
NB: le linee colorate sono le probabili linee tensionali sviluppabili in mesi o anni di disfunzione fasciale mai trattata.
Paziente A
- Tendinite al tendine rotuleo 10 mesi fa
Paziente B
- Frattura al polso destro anni fa per caduta dalla moto
Paziente C
- Appendicite operata di urgenza da bambino e coliti ricorrenti da 10 anni
Paziente D
- frattura di tibia destra 17 fa ed epicondilite sinistra 8 mesi fa
Quattro storie cliniche totalmente differenti con un minimo comune denominatore: il conseguente squilibrio tensionale del core.
Ecco, questo secondo me è il perchè di un ohs o di uno squat snatch scadente ed empirico!
Avrete poi intuito che i punti da trattare in questi pazienti sono totalmente diversi:
Paziente A — lavoro combinato tra arto inferiore e core
Paziente B — tratto arto superiore e core
Paziente C — tratto principalmente il core, dando comunque un occhio agli arti qualora fossero anch’essi in via di compromissione
Paziente D — tratto tutto l’arto inferiore dx il core ed il gomito sn
Il lavoro manipolativo consta nel rimuovere questi percorsi tensionali, ristabilendo così una corretta elasticità fasciale, liberandoci di conseguenza del dolore articolare e dall’inefficenza del gesto.
La metodica che sfrutta questi concetti è la manipolazione fasciale®, metodica ideata da Luigi Stecco, ora praticata in tutto il mondo ed ovviamente anche da me.
Tengo a sottolineare ancora una volta che le cartelle cliniche proposte sono solo un esempio, ed anche bonario. Spesso ci troviamo di fronte a situazioni “miste”, dove piu problematiche si intrecciano e solo un professionista può fare luce sulla diagnosi.
Bene, spero di aver smosso la vostra curiosità, per ulteriori domande non esitate a contattarmi e, se volete, potete dare un occhio al sito www.fascialmanipulation.com per ulteriori chiarimenti sulla metodica.
Nel prossimo articolo andremo piu a fondo, cercando di capire come è perché la fascia crea queste linee tensionali, (come quelle che avete visto nelle foto precedenti) parlando della propriocezione e di come le tensioni fasciali possano rendere un gesto inefficiente.
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Buona giornata e buon WOD a tutti.
