Che succede ? è questa la domanda che sorge spontanea navigando sui social in questi ultimi giorni.
Ho sempre considerato questo metodo di allenamento e la sua comunità un porto sicuro, qualcosa di bello e sano da proteggere ed aiutare a crescere, che abbia come unico scopo il proliferare di una comunità coesa, da poter aiutare nei momenti di bisogno.
I valori fondamentali del CrossFit sono sempre stati : cameratismo, umiltà, senso di appartenenza, correttezza. Certo non tutti incarnano il movimento ma ci mancherebbe, ma è altresi innegabile che i pilastri fondamentali di questo disciplina sono il suo successo.
Spirito imprenditoriale e cultura dei valori hanno da sempre convissuto in questo sport in modo pacifico. Un owner di successo è prima di tutto un ottimo coach ed i risultati si vedono grazie ai box pieni, non ci sono cazzi.
Greg Glassman non è il primo arrivato ed è un imprenditore di successo non figlio dei fiori. Il successo del suo business è dato dalle persone, da quello che riescono a diventare grazie a questo metodo di allenamento ed ai valori che lo circondano.
Non è un caso che CrossFit sia stato il primo a bloccare i pagamenti per le fee di affiliazione ed ad organizzare eventi come il Support Your Local Box. La storia insegna, se fai del bene, ne ricevi sempre altro, poco da fare.
Che succede allora, cosa ha provocato il corto circuito di questi giorni? Volete sapere la mia? Va bene.
La convinzione di alcuni personaggi del settore di poter usare a proprio piacimento i valori di questo movimento ed i suoi membri. Con lo scopo di trarre profitto anche quando non si dovrebbe.
Perchè è proprio questo il punto della situazione, non parliamo di fini ma di modalità.
Ecco questa è la verità e qualcuno doveva dirlo apertamente una volta e per sempre, meglio metterla giù ora e ragionarci che far marcire tutto e mandare a puttane anni e anni di sacrifici fatti da persone speciali.
Fare soldi facendo divertire le persone? Giustissimo chi lo nega anzi, un enorme grazie a tutti coloro che hanno sacrificato mesi e mesi per realizzare situazioni che hanno reso la nostra comunità più solida e forte.
Io per primo ho partecipato alla realizzazione di eventi, e non vi parlo della sagra del tarallo, ma di mostri sacri come le Fall Series, Italian Team Series etc etc. Quest’ultima rimettendoci una quantità di soldi da brivido, ma non importa, non è stata sicuramente degli atleti la colpa e quando mi permetto di aprire la bocca lo faccio con cognizione di causa.
Quando si organizzano competizioni del genere il rischio di rimetterci un mucchio di soldi è altissimo, ma è un prezzo che si paga in modo consapevole. Non posso rivelarvi le cifre esatte ma il costo per organizzare eventi come quelli sopra citati superano abbondantemente i 70.000 euro.
Avete letto bene, non è scritto male. Magari qualcuno penserà che chi organizza tali eventi porta a casa parecchie decine di migliaia di euro, ma il conto si fa sempre alla fine e se non lo vuoi scaricare sugli atleti, e posso assicurarvi che i rischi superano di gran lunga i benefici.
Ed allora perchè lo facciamo?
Lo facciamo per il brivido di vedere palazzetti pieni di amici, che gareggiano l’uno contro l’altro, per vedere teen con gli occhi lucidi che incontrano Giulio Silvino, Bernard Luzi e che forse grazie a quell’evento torneranno ad allenarsi ancora di più provando a diventare a loro volta campioni.
Lo facciamo per centinaia di altri motivi, ma no per i soldi e questo ve lo posso giurare su tutto quello che ho di più caro.
Fortunatamente eventi di tale portata hanno motivato decine di altri CrossFitters ad organizzare decine eventi sempre più belli, sempre più curati, sempre più divertenti. Si divertenti perchè e di questo che si parla, di divertirsi e star bene insieme.
Permettendo cosi all’Italia di essere una tra le nazioni con il maggior numero di gare di CrossFit al mondo.
Ma allora qual’è il problema?
Il problema sta nella mancanza di chiarezza e trasparenza, il problema sta nella mancanza di rispetto, nella convinzione che tutti debbano accettare anche l’inaccettabile, convinti di poter disporre della verità assoluta.
Ecco qual’è il problema, dimenticarsi dei valori che hanno fatto crescere questo sport, che hanno permesso ai palazzetti di riempirsi, ad alcuni di prosperare e crescere.
COMMUNITY NON CLIENTI
Se un’individuo viene trattato come un membro di una comunità egli stesso cercherà, comunque in prima istanza di mediare e trovare una soluzione anche di fronte ad una ingiustizia subita, per il bene dei valori perpetrati dalla comunità.
Se però tale individuo non viene riconosciuto come membro di una comunità ma assoggettato a mero cliente, allora la situazione cambia, il cliente ha il dovere di esigere che i propri diritti vengano rispettati. Deo Gratias!
La cosa triste è che si sia dovuti arrivare a questo punto, con minacce di cause legali e class action, quando sarebbe bastato restituire il dovuto o quanto meno aver procrastinato al prossimo anno l’intera manifestazione senza far perdere ad alcuno il proprio denaro.
Com’era la storia? Per trovare qualcosa di simile si doveva andare al Wodappaloza….