NORMATIVA ANTI-DOPING
Con l’iscrizione all’evento, il partecipante dichiara :
A) Di conoscere e rispettare le normative nazionali ed internazionali in materia di anti-doping.
B) Di rispettare la legge n.376/2000, consapevole degli effetti penali derivanti dall’applicazione dell’art.9 in caso di violazione della normativa, e la legge n.237/2007 di ratifica della Convenzione internazionale contro il doping nello sport adottata nella Conferenza generale dell’UNESCO e che ha istituito NADO Italia.
C) Di riconoscere NADO Italia e WADA quale autorità nazionale e mondiale per la lotta contro il doping, per cui viene applicato il Codice Mondiale antidoping del quale NADO Italia è firmataria.
D) Di accettare le disposizioni contenute nel Codice Sportivo nazionale adottato da NADO Italia, attuativo del Codice Mondiale Antidoping WADA e dei relativi standard internazionali.
Avete mai trovato in un regolamento di un evento Italiano (legato al CrossFit) questo articolo/paragrafo riguardante la normativa anti doping?
Vi rispondo io… SI. Solo in uno…
Ad oggi e dico ad oggi, non esistono in Italia eventi ( tranne uno che non intendo nominare per evitare speculazioni da parte dei soliti furbacchioni, che ho preso solo come esempio per realizzare il pezzo) che hanno tra i loro articoli del regolamento (Rulebook) ed una pagina dedicata sul sito web ufficiale, un riferimento chiaro alla NORMATIVA ANTI-DOPING.
Quindi con le migliori intenzioni del mondo mi e vi chiedo : Perchè?
Perchè non si dichiara apertamente l’impegno a contrastare il fenomeno del doping negli eventi sportivi legati indirettamente al CrossFit nei propri regolamenti, sui siti web ufficiali degli eventi, sulle proprie pagine social?
Questa è una risposta che vorrei tanto dagli organizzatori degli eventi Italiani.
Senza alcun secondo fine, senza alcun desiderio di danneggiare alcuno. Solo ed esclusivamente per capire come poter lavorare insieme a questa problematica ed trasmettere finalmente un messaggio di positività NO AL DOPING.
P.s. Non sembra esistere alcuna normativa che obblighi alcun evento ad inserire tale articolo/paragrafo nel proprio regolamento, ma ATTENZIONE:
Questo articolo non vuole porre l’accento sugli obblighi legali, ma piuttosto su quelli morali, che ogni amante dello sport dovrebbe fare suo. Soprattutto chi organizza eventi…Proprio per SCORAGGIARE coloro che usano sostanze vietate a partecipare ai propri eventi.
Qualcuno potrebbe obbiettare dicendo:
Ma che lo faccio a fare tanto chi si dopa viene lo stesso.
Ok benissimo, che venga pure, ma che sappia che il nostro evento è CONTRO IL DOPING e che collaboriamo attivamente al contrasto di questa pratica.
Qualcun’altro potrebbe obbiettare dicendo:
Se mi espongo in questo modo tantissimi non si iscriveranno all’evento.
Ok benissimo, che vadano pure a fare in culo. Per ogni atleta SCORRETTO ne esistono 50 CORRETTI che vogliono gareggiare in eventi dove non si trovano a competere con personaggi chiaramente DOPATI….
Vi dico di più, potrebbe essere una mossa di marketing straordinaria, che porterebbe il vostro evento ad un livello successivo.
Dal profondo del cuore : NON ABBIATE PAURA DI SCHIERARVI DAL LATO GIUSTO DEL TAVOLO DA GIOCO.
Oggi più che mai, con la nascita di due realtà quali Affi legata a ASI e Sthenathlon legato a FIPE “dovrebbe” correre l’obbligo quanto meno “morale” di prendere posizione riguardo l’uso di sostanze vietate durante le rispettive competizioni.
L’AGONISMO SEPPELLIRA’ IL CROSSFIT
Grande sdegno in questi giorni di passione da parte di alcuni per una citazione di Greg Glassman rilasciata durante una super intervista delle sue 🙂
Levata di scudi contro My Cross Life. Al rogo! Hahahaha 🙂
Come sempre qualche personaggio NON HA ASSOLUTAMENTE CAPITO IL MESSAGGIO ed ha colto la palla al balzo per manipolare il contesto e distorcerlo cercando di estrarre da quella citazione, chissà quale attacco riguardo a chissà quale situazione… ( Vabbè tanto siamo abituati a questi vaneggiamenti) l’età comincia a farsi sentire per tutti….
Abbiamo le spalle forti, nessun problema, la nostra mission è creare confronto non piacere a tutti….
Riguardo a questo insignificante evento l’unico nostro rammarico è per coloro che non hanno colto l’occasione per approfondire meglio il senso di quella citazione (che è volutamente polemica e da largo spazio all’interpretazione).
Ovviamente (è spero davvero che i più ci siano arrivati) che il messaggio NON ERA RIFERITO :
A chi si allena in modo competitivo per gareggiare in modo onesto, rispettando le norme di comportamento tra cui la più importante NON DOPARSI.
A chi allena i propri atleti insegnando non solo ad essere più forti, accogliendo nel suo team solo persone che hanno già un background di esperienza di allenamento tale da poter passare al livello successivo, ma soprattutto INSEGNA a rispettare le norme di comportamento tra cui la più importante NON DOPARSI.
Ma piuttosto :
A coloro che competono in modo scorretto ed a coloro che insegnano e promuovono tali tecniche. Perchè ricordate, dietro ogni atleta c’è un’allenatore e le colpe non sono mai di uno solo…
Il CrossFit è il mio più grande amore e lo difenderò fino alla morte, amo le gare, la passione, il sudore, il caldo, la fatica, l’adrenalina del floor… Ma allo stesso modo ODIO i disonesti che tentano con i loro comportamenti di mettere in cattiva luce tutto il movimento…
Un’ultimo appunto per gli atleti che competono negli eventi:
Non serve ad un cazzo lamentarsi dopo una gara con i soliti pipponi DA BOOMER sui social dove scrivete quello era pieno, quell’altro era squalificato, quell’altro si bomba. Agite prima che tutto questo avvenga e PRETENDETE TRASPARENZA DAGLI ORGANIZZATORI DELLE GARE.
Il potere più grande è nelle vostre mani, con la scelta di partecipare o meno ad un’evento potere decretarne sia il successo che il fallimento.
POTETE ESSERE PARTE DEL PROBLEMA FREGANDOVENE OPPURE PRENDERE CONSAPEVOLEZZA ED UNIRVI PER RISOLVERLO.
Non smetterò mai di scrivere di questo movimento e della sua comunità.
Un abbraccio forte.
P.S.
“Il diavolo è nei dettagli” significa :
Anche se qualcosa ci sembra buono in superficie, è necessario guardare da vicino i dettagli per scoprire che sono la parte “diabolicamente” più difficile del compito, dove l’ultimo 10% del lavoro pretenderà il 90% dello sforzo.